sabato 22 dicembre 2018

A Santa Sofia e Bagno di Romagna stabilita la riperimetrazione degli ambiti di caccia

Ieri sera i consigli comunali di Bagno di Romagna e Santa Sofia hanno approvato un documento di indirizzo in merito alla questione della riperimetrazione degli ambiti territoriali di caccia, che è in discussione in questi giorni a livello regionale e provinciale. La discussione in corso nasce dall’approssimarsi della nuova pianificazione/gestione per il periodo 2019/2024, per la quale la Regione Emilia-Romagna ha sollecitato una razionalizzazione degli ATC, chiedendo una valutazione ai soggetti territoriali preposti (Province, Comuni, associazioni venatorie, associazioni di categoria del mondo agricolo, associazioni ambientaliste). I sindaci dei due Comuni montani, che risultano ricompresi nello stesso ambito del FO5, hanno aperto un confronto con tutti i soggetti coinvolti, dai cacciatori alle associazioni del mondo agricolo, all’esito del quale hanno convenuto su alcune considerazioni di fondo, che sono state riportate anche lo scorso 10 dicembre in un incontro in Provincia.

In sostanza, nel documento condiviso, le due Amministrazioni – in modo fermo e coerente con l’esperienza maturata nell’ambito del FO5 chiedono che i territori dei Comuni di Bagno di Romagna e Santa Sofia rimangano nello stesso ambito per evidenti ragioni di omogeneità territoriale, per affini ragioni sociali e storiche, nonché per la buona collaborazione tra associazioni dei cacciatori e del mondo agricolo; che eventuali riperimetrazioni, se dovranno necessariamente essere fatte, vengano organizzate per omogeneità territoriali e, quindi, tra Comuni montani/collinari, con esclusione dei comuni di pianura; la disponibilità ad allargare i confini attuali agli ATCFO 3 (Comune di Verghereto) e ATCFO 6 (Comuni di Galeata e Civitella di R.), chiaramente se d’accordo tali ambiti.

Ciò che vogliamo tutelare – dichiarano i sindaci rispettivamente di Bagno e Santa Sofia Baccini e Valbonesi (nella foto) – è la specificità dei territori montani. In questi anni ci siamo battuti per tutelare le caratteristiche peculiari dei nostri comuni montani e delle nostre comunità, che troppo spesso non vengono rispettate e tenute in adeguata considerazione al di fuori dei nostri comuni. La tutela dei nostri territori ha un’importanza che va ben oltre i nostri confini (basti pensare alla risorsa idrica e a quella forestale) che per questo non si possono gestire in maniera equiparabile a territori di pianura. Ci sono specificità da garantire e mantenere e sulle quali le comunità locali devono avere potere di decisione. Tale discorso vale, in questo caso, per la caccia. L’ambito compreso nei nostri comuni funziona bene ed è la dimostrazione di un esempio virtuoso di condivisione del territorio, ove gli interessi legati ai meri confini amministrativi sono stati superati in favore di una gestione più efficiente del territorio, che verrebbe compromessa da una divisione “per vallate”, che andrebbe pertanto a disperdere questa storica collaborazione tra comuni e comunità. Anche su questo tema – continuano i due Sindaci – si tendono a preferire suddivisioni territoriali che hanno interessi più amministrativi che storico-sociali, così come avvenne per le Unioni di Comuni. Ciò genera un effetto di rifiuto e contrasto tra le istituzioni e la popolazione, che si troverebbero a dover condividere strategie ed obiettivi che molto spesso non sono coincidenti, ma anzi in contrasto. Per questo non siamo disponibili a dividere quello che oggi è l’ambito FO5 con realtà che non appartengono a questi territori. Dopodiché, nell’ottica di disponibilità nei confronti della Regione, ci rendiamo disponibili a valutare ampliamenti dei confini se e solo se siano fatti per omogeneità territoriali, sempre seguendo il ragionamento fatto sopra e sempre passando attraverso un’ampia condivisione. E su questo, vista la situazione attuale, ci sembra possibile condividere un nuovo ambito con gli attuali FO6 e FO3, sempre che in tali territori ci sia interesse nel farlo.”

Articolo di Staff 4live.



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