mercoledì 11 novembre 2020

Zambianchi: «Il crollo del turismo anche in Romagna minaccia l’economia e i posti di lavoro»

La pandemia in atto determina dati negativi per il movimento turistico nei primi nove mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2019, complice una prima parte (gennaio e febbraio esclusi) segnata dai decreti restrittivi sui movimenti delle persone e una seconda fase caratterizzata da variabili più soggettive che hanno condizionato negativamente il fenomeno (in primis, la riduzione della capacità di spesa degli italiani e la diminuzione degli spostamenti per timore del contagio). In forte calo, soprattutto, il turismo proveniente dall’estero. I quattro mesi della stagione estiva vedono risultati negativi, anche se agosto e settembre riescono a contenere le perdite.

L’Organizzazione mondiale del turismo (Omt), che fa capo all’Onu, ha dichiarato che a causa della pandemia di Covid-19 il turismo globale nei primi otto mesi dell’anno, rispetto al 2019, è crollato del 70%. Anche i dati del turismo nei nostri territori, purtroppo, registrano, come previsto, forti diminuzioni degli arrivi e delle presenze, causate prima di tutto dalle restrizioni per il contrasto alla pandemia e poi anche dalle ridotte capacità di spesa delle persone, senza dimenticare la paura del contagio che ha pesantemente condizionato la voglia di mobilità – commenta Alberto Zambianchi presidente della Camera di commercio della Romagna (nella foto) –. Questa situazione minaccia l’economia e i posti di lavoro, colpendo in primis il settore del turismo in senso lato (attività di alloggio e ristorazione, agenzie di viaggi, cultura, convegnistica, etc.) e con ricadute molto pesanti sull’intera economia territoriale. Si conferma ancora una volta che sui nostri territori, il turismo rappresenta un fattore di grandissima rilevanza per infrastrutture materiali e immateriali, a partire da quelle che migliorano la capacità di apertura e scambio tra sistemi culturali e, di fatto, rendono più competitiva l’offerta locale e l’attrattività dei nostri territori. Dobbiamo proteggere il settore e il lavoro e dobbiamo, parimenti, prepararci per il momento del riavvio e cioè per quando si tornerà alla normalità e riprenderanno gli spostamenti. Ben consapevole di tutto ciò, la nostra Camera ha attivato una linea strategica dedicata al turismo e a tutte le filiere a esso collegate, a monte e a valle”.

Movimento turistico in provincia di Forlì-Cesena

I dati provvisori relativi al movimento turistico nel periodo gennaio-settembre 2020, per la provincia di Forlì-Cesena, registrano una forte diminuzione annua degli arrivi del 39,8% (610.260 unità) e delle presenze del 40,6% (3.044.424 unità): la clientela straniera è quella che ne risente maggiormente, facendo segnare un -70,4% negli arrivi e un -71,2% nelle presenze, mentre risulta più ridotto il calo del turismo nazionale (-33,8% di arrivi, -33,7% di presenze).

Non positivi i risultati dei quattro mesi estivi (giugno-settembre), periodo nel quale si concentra il maggior flusso turistico dell’anno; giugno chiude con un -71,1% di presenze, luglio con un -36,5%, mentre, se non altro, agosto e settembre riescono a contenere le perdite, facendo segnare, rispettivamente, -13,5% e -16,4% di presenze.

Nel periodo gennaio-settembre 2020 si evidenzia la diminuzione delle presenze in tutti i comuni. Riguardo alle località balneari, a Cesenatico si assiste a un calo delle presenze del 41,1%, a Gatteo del 41,3%, a San Mauro Pascoli del 35,1% e a Savignano sul Rubicone del 31,3%; con riferimento ai grandi Comuni, a Forlì e a Cesena si registrano presenze in calo, rispettivamente del 43,5% e 38,0%, mentre per ciò che concerne le località termali, si rileva un -42,0% di presenze a Bagno di Romagna, -52,6% a Bertinoro e -60,4% a Castrocaro Terme e Terra del Sole. In diminuzione anche le presenze nei Comuni dell’Appennino forlivese (-39,4%) e nei Comuni cosiddetti collinari (-39,9%).

Articolo di Staff 4live.



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